mercoledì 30 maggio 2012

Perdonami.

Concorso "Lettere d'Amore"
selezionata fra i primi dieci
pubblicazione a cura di Società Editrice Montecovello 2012
 
Perdonami
di Diana Mayer Grego
 

Nessuna lettera d’amore dovrebbe mai iniziare con la parola “perdono”.
“Perdono” e “Ti amo” sono due parole costanti in una vita di coppia, perché nella vita chi ama, sbaglia.
Ti chiedo perdono per tutte le volte che ti ho lasciato solo la sera sul divano, mentre io in un’altra stanza attraverso un mondo virtuale mi occupavo a curare le ferite di altre persone, che non eri tu.
Ti chiedo perdono per tutte le volte che ti ho lasciato mangiare da solo perché io, mentre mi ringraziavi di averti preparato una buona  cena, stavo in un’altra stanza impegnata in conversazioni laceranti a infondere coraggio a persone, che non eri tu.
Ti chiedo perdono per tutte le volte che ti ho lasciato dormire da solo nel nostro letto, mentre io ero in un'altra città ad abbracciare persone sconosciute, che non eri tu.
Ti chiedo perdono per tutte le volte che ti ho lasciato di fretta senza curarmi della nostra casa perché dovevo andare a qualche riunione o incontri improvvisi con persone che avevano bisogno, che non eri tu.
Amore mio sono passati otto anni, otto lunghissimi anni in cui mi hai amato, hai pazientato, hai accolto le mie lacrime, la mia depressione, hai retto i miei interminabili sfoghi, le mie delusioni, mi hai lasciata libera di fare, di andare, di inseguire una chimera, di inciampare e cadere nella ricerca di qualcosa di vano e inverosimile, un’illusione inseguita senza, alcuna possibilità di successo.
Tu sapevi e mi hai lasciata libera, di sbagliare.
Tu, persona splendida, sai realmente cos’è il significato dell’amore.
Tu che ami me, a tal punto da soffrire per le mie scelte, ma le hai accettate perché era quello che volevo, era quello che mi faceva stare bene.
Tu che hai sacrificato il tuo benessere, anteponendo il mio.
Io che non avevo occhi per vedere, la mia anima resa cieca dal dolore, che inseguiva un sogno effimero, irreale, vuoto e senza spessore alcuno.
Tu che ti sei fatto carico di ogni mia delusione, mi tendevi la mano per sorreggermi, attendendo con pazienza infinita che io mi aggrappassi ad essa, senza pretese, senza recriminazioni, senza rimproveri, senza critiche, stavi lì fermo, immobile, mia colonna, in silenzio ad attendere il mio ritorno. Il tuo unico pensiero era il mio benessere.
Ti ho amato, ti amo e ti amerò per il tempo che ci sarà concesso.
In questi lunghi anni i miei “Ti amo” non sono mai stati scontati, mai una volta sono stati detti tanto per dire, ogni volta pronunciati dal cuore, ogni volta diversi in un crescendo d’amore ogni giorno.
I miei baci non sono mai stati abitudine, sempre carichi di passione, sempre unici e sinceri. Intrisi del profondo amore che nutro per te.
I miei abbracci non sono mai stati finti, ma reali, appassionati, forti, a volte invadenti in quel mio bisogno di comunicare tutto il mio bene per te attraverso la nostra pelle.
Grazie.
Il mio “grazie” non è una penitenza per espiare le mie colpe, il mio “grazie” è tutto il mio amore per te, è il riconoscimento della bella persona che sei.
Grazie per esserci, grazie per avermi permesso di essere libera, grazie per avermi reso donna, madre, moglie e amica.
Non posso tornare indietro con il tempo, e nemmeno lo vorrei. Ogni cosa fatta, ogni cosa detta è stata maestra di vita, rifarei tutto, anche ora che ho la consapevolezza di quanto ti ho fatto soffrire, ma senza quel percorso non averi mai raggiunto questo dato di realtà che è l’oggi, fatto di te e di me.
Grazie per aver pazientemente atteso il mio ritorno.